VITTIME DELLA 180
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INTERRUZIONE TERAPIA FARMACOLOGICA PAZIENTE SCHIZOFRENICO, A CAUSA DI RISCHIO ISCHEMIA-ICTUS

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  • #458
    Sam
    Partecipante

    Buongiorno, sono il familiare di un paziente affetto da schizofrenia cronica da più di vent’anni. E’ in cura presso un CPS, trattamento farmacologico con Aloperidolo, una endovenosa al mese da circa quindici anni. Il paziente ha i sintomi negativi della schizofrenia, è apatico, eccetera. Pochi sintomi positivi (a volte presenta paranoie o deliri sporadici). Un anno fa è avvenuto un episodio amnesico a causa probabilmente di un evento stressante avvenuto nello stesso giorno (una visita medica delicata). Gli esami neurologici hanno evidenziato un episodio ischemico e adesso il familiare è in cura con cardioaspirina. Il problema è il seguente: il suo medico curante del CPS vorrebbe interrompere la cura farmacologica a causa del rischio di ictus. Lei, dottore, la ritiene una valutazione corretta? E se sì: come possiamo fare a evitare l’interruzione della terapia, che avrebbe effetti devastanti sulla famiglia? Grazie mille.

    #459

    Bisogna innanzitutto vedere l’eta’ del pz. E’ riportato un rischio di ischemia cerebrale per tutti (piu’ o meno) gli antipsicotici atipici (risperidone, olanzapina, ziprasidone etc) (hanno infatti la controindicazione indicata sul foglietto illustrativo per i pz affetti da demenza vascolare). Per l’aloperidolo, neurolettico classico, questo rischio non e’ riportato: eventualmente e’ stato riportato un rischio cardiovascolare da valutare regolarmente all’ECG (allungamento del QT, aritmie) ed anche qs e’ stato aggiunto al foglietto illustrativo del farmaco. C’e’ da dire che i maligni sostengono che quuest’ultimo problema sia sorto per ridurre il commercio di un farmaco che costa pochissimo e sciftare le vendite sugli atipici: d’altro canto la controindicazione per gli atipici (molto, molto piu’ costosi) sarebbe legata ad un tentativo di contenere l’eventuale esplosione di prescrizioni, per altro non sempre opportune, in patologie molto comuni come le anomalie comportamentali in corso di demenza.

    #460
    Sam
    Partecipante

    Grazie della risposta. Il paziente ha 61 anni. Il rischio cardiovascolare, invece, viene attentamente monitorato tramite esami annuali, effettuati presso medici privati; tali esami sono peraltro nella norma.
    Mi sembra di capire quindi che con questo quadro, NON vi sarebbe un’urgenza a sospendere la cura con Aloperidolo, nè un aumento scientificamente provato di pericolo di ictus.

    #461

    No, con l’Haldol Decaoas, no, in quanto a base di aloperidolo. Ripeto rimangono rischi cardiovascolari, per altro rilevati molto recentemente, e non si sa per quali altri farmaci, che va monitorato con un’ECG una volta ogni 6 mesi circa.

    #465
    Sam
    Partecipante

    La ringrazio molto, mi è stato estremamente utile.

    #476
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Caro Mauri,
    prendo lo spunto per un Tuo parere. Tempo fa Garattini, in una trasmissione televisiva. diceva che uno delle più gravi lacune della ricerca scientifica è proprio nella ricerca di nuove molecole per le psicosi. A suo dire tutti i nuovi farmaci non sono altro che ripetizioni di una stessa molecola di base. E’ così ?
    In effetti il fatto che si usa ancora estesamente l’aloperidolo, fa sorgere il dubbio che Garattini abbia ragione.

    #478

    In effetti e’ parzialmente vero per due motivi fondamentali: 1) le nuove molecole non sono che dei derivati dalle vecchie, cui attraverso il computer, a video, (una volta era fatto con penna e biro) vengono ad es. aggiunti, tolti, degli atomi di C di Z, di S etc o degli idrossili, certamente tenendo conto delle possibilita’ di legame chimico. 2) gli schemi di valutazione degli effetti clinici delle molecole, sia gli antidepressivi che soprattutto gli antipsicotici (molto piu’ difficile) partono da modelli animali (quindi per certi versi “assurdo”). Io semplifico molto: per gli antipsicotici la valutazione di indurre la catalessia nel ratto, ossia la possibilita’ di bloccarli fisicamente (gli antipsicotici dotati di proprieta’ anti dopaminergiche, per interderci, hanno un effetto contrario ai farmaci antiparkinsoniani) e per gli gli antidepressivi la capacita’ di resistere agli stress (mi vergogno a fare gli esempi specifici) o indurre i movimenti, la motricita’, ad esempio valutando quanto passano da un punto ad un altro di una piastra che registra i movimenti dell’animale. D’altro canto come si sa risulta molto difficile valutare sperimentalmente il comportamento nell’animale, (la depressione, la schizofrenia ?, il delirio, l’allucinazione?) ma questa rimane l’unica possibilita’. A dire il vero comunque, come dicono gli americani esiste sempre la “serendipity” o come diciamo noi piu’ volgarmante il “c” tale per cui da un antitubercolare nasce un antidepressivo, da un antistaminico un deliriolitico etc. !

    #479

    E aggiungo una battuta che non c’entra con la psichiatria: chi l’avrebbe detto che da un antipertensivo nasceva il vaigra o soprattutto il cialis, farmaci che analizzati seriamente hanno delle proprieta’ oserei dire portentose.

    #480
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Insomma: ha ragione Garattini. Peraltro, a quanto dici, la sperimentazione è difficilissima. Anche perchè le fondamentali sperimentazioni sugli animali in questo caso hanno poco valore. Un’altra cosa: se non sbaglio tutti gli antipsicotici sono degli inibitori della dopamina. E quindi sembrerebbe che – in qualche modo – la schizofrenia, o almeno alcuni suoi sintomi, sia legata a questo neurotrasmettitore. E’ corretto o sono rimasto indietro?

    #482

    E’ fonfamentalmente aorretto anche se oggi si guarda ad altri neuromediatori, vedi soprattutto la serotonina ma anche il sistema glutammatergico nel suo complesso e strano a dirsi, quello dei cannabinoidi !

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