VITTIME DELLA 180
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Schizofrenico, genitori anziani e invalidi, due ragazzine minorenni

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  • #861
    Rosa
    Partecipante

    Buongiorno,
    sono alla disperata ricerca in una consulenza e di un aiuto.
    Ho un fratello affetto da schizofrenia e bipolarità da 30 anni. La gestione di mio fratello negli anni non è stata assolutamente facile. Ci sono voluti una serie di ricoveri, trattamenti TSO, consulti psichiatrici e cure per arrivare ad una certa “stabilità”. La situazione attuale è la seguente:
    Mio fratello vive in casa con i miei genitori, ormai settantenni e con una serie di malattie croniche che li ha resi invalidi con una percentuale di invalidità abbastanza alta, al piano di sotto vivono le mie nipotine di 13 e 10 anni che hanno di recente perso il papà.

    So per esperienza cosa significhi crescere con un familiare (mio fratello) affetto da disturbi psichiatrici così gravi. Da un paio di mesi mio fratello sta rifiutando la terapia di mantenimento per i suoi disturbi, tornado ad essere irascibile, caotico e di difficile gestione.

    Questi elementi (la malattia dei miei genitori e le mie nipoti minorenni che vivono nello stesso stabile) potrebbero portare ad un allontanamento forzato di mio fratello prima che accada qualcosa?

    In passato il suo non assumere farmaci ha portato ad episodi di violenza e alla sua completa perdita di lucidità a volte al punto di essere uscito di casa e non saper più ritornarci. Legalmente cosa si può fare?

    L’unica attività che chiediamo a mio fratello di svolgere è quella di prendersi cura di se stesso e di concerderci un minimo di serenità sopratutto per le ragazze che hanno bisogno di una famiglia che le sostenga. Vorrei solo potergli spiegare esattamente i pericoli che corre (dal punto di vista legale) se non assume correttamente le sue medicine.

    Grazie.

    #864
    Silvia De Sanctis
    Moderatore

    Gentile Rosa,
    Sicuramente la sua è una situazione familiare complessa e di difficile gestione.

    Per prima cosa potrebbe cercare di “spiegare”, possibilmente sottintendendo una velata minaccia, a suo fratello, per convincerlo ad assumere i farmaci, che, dinanzi al rifiuto di un malato psichico di curarsi, lo psichiatra del CPS potrebbe disporre il ricovero forzato (TSO) presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici.
    Il TSO consente proprio di effettuare determinati accertamenti e terapie ad un soggetto affetto da malattie mentali che rifiuti il trattamento farmacologico.

    Per quanto riguarda l’allontanamento da casa e l’accoglienza in eventuali strutture di ricovero, potrebbe esporre denuncia alla Procura della Repubblica spiegando e documentando tutta la situazione che verrà poi esaminata dal giudice che, se riterrà il malato pericoloso per se’ e/o per gli altri, potrà disporre che venga mandato in una struttura (OPG). A questo proposito, però, dubito fortemente che la sola convivenza con genitori anziani e la vicinanza di familiari minorenni, in assenza di concrete “molestie” di vario genere, possa far ricorrere la circostanza per l’allontanamento forzato da casa.

    Mi sembra di aver capito che suo fratello è seguito dal CPS territorialmente competente: cosa sta facendo lo psichiatra? Segue diligentemente il malato? Lo segue anche a domicilio? Tenga sempre a mente che si può agire “obbligando” il medico che non cura in modo diligente il paziente a farlo, mediante invio di lettere raccomandate in prima battuta e mediante esposti in caso di insuccesso. A volte, comunque, è sufficiente la semplice “minaccia” di quanto sopra per attivare e sensibilizzare lo psichiatra al caso di specie (anche lo psichiatra potrebbe “minacciare” di TSO suo fratello in caso di non assunzione di farmaci ritenuti dallo stesso indispensabili).

    Un abbraccio.

    Silvia de Sanctis

    #988
    Rosa
    Partecipante

    Grazie per la gentile risposta, mi scuso per il ritardo della mia.
    Dal giorno in cui ho scritto il post sono successe varie cose.

    Siamo stati costretti, dallo stato ormai di difficilissima gestione da parte nostra nei confronti di mio fratello, ad effettuare un TSO.

    Siamo residenti nella provincia Nord di Napoli, facciamo capo all’ASL Napoli 2 Nord, distretto di Sant’Antimo (comune di residenza).
    Abbiamo chiesto svariate volte l’aiuto del CPS di Sant’Antimo senza nessun esito, le risposte dei medici e infermieri sono lo scarso personale e l’impossibilità ad intervenire.

    Ho scaricato da internet il Decreto Ministeriale AD ACTA del 10.01.2011 che legifera e chiarisce i compiti dei centri CPS (in allegato).

    DECRETO_COMMISSARIALE_5_2011_DELIBERAZIONI_DEL_COMMISSARIO_AD_ACTA.pdf

    Mio fratello è in cura presso il Secondo Policlinico di Napoli, seguito dal dott. Iasevoli dell’unità di Psichiatria.

    Tale dottore ha gestito molto male l’assunzione dei farmaci da parte mio fratello, più volte gli ha diminuito i farmaci e assecondato le sue richieste (richieste di un malato psichiatrico). Ho saputo che il dott. Iasevoli, è attualmente sotto monitaraggio da parte del Responsabile di reparto, il prof. De Bartolomeis, a causa dell’aggravamento repentino di mio fratello dopo 14 anni di stabilità.

    Il CPS per il momento non è mai intervenuto adducendo le cause sopra elencate.

    Cosa dobbiamo scrivere in queste lettere raccomandate che a questo punto invierei sia al CPS che allo psichiatra? Tali esposti dove vengono eseguiti?

    Mi scusi per queste domande, ma non ci siamo mai trovati in una situazione di così difficile gestione.

    La ringrazio per il tempo che mi sta dedicando.
    Buona giornata,
    Rosa Verrone

    #989
    Silvia De Sanctis
    Moderatore

    Cara Rosa,
    Mi spiace molto che la situazione, già precaria, sia precipitata…
    Purtroppo non conosco la psichiatria di Napoli ma, mi sembra di capire, che la situazione non sia migliore rispetto alle altre parti d’Italia…
    Le raccomandate che, come dice lei giustamente, vanno mandate al cps, all’ospedale Policlinico, al Dott. Lasevoli ed al Dott. De Bartolomeis, dovranno semplicemente descrivere in breve i fatti e dire che, qualora non ci dovesse essere entro 15 giorni la presa in carico del malato da parte dello psichiatra curante (che non sia il Dott. Lasevoli, già in monitoraggio per inidoneità allo svolgimento del proprio lavoro) vi rivolgerete ad un avvocato per fare un esposto alla Procura della Repubblica. Andrà specificato che la “presa in carico” consiste in una continua cura, assistenza e monitoraggio, anche e soprattutto domiciliare, da parte dello specialista.
    Sicuramente riuscireste ad avere maggiore efficacia e risultati facendo scrivere ed inviare le lettere raccomandate direttamente da un Avvocato, a cui comunque dovreste per forza rivolgervi in caso di esposto.
    Spero che la situazione migliori a breve.
    Un abbraccio.
    Silvia

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