VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

Matricida a 22 anni

Buongiorno,
scrivo per richiedere un vostro parere su un possibile caso di danno da colpa medica, e nell’eventualità di un vostro positivo riscontro, vi chiedo di
potermi aiutare indicandomi a chi potermi rivolgere per avere una consulenza tecnica di parte in quanto sarebbe mia intenzione procedere nel denunciare il C.P.S. di Mariano C.se per i fatti che brevemente riporto.

Ci siamo rivolti alla struttura io, mia madre ed una mia sorella a fine giugno
2014 allarmate dagli strani comportamenti di uno dei mie fratelli allora
21enne: l’essere sempre perso nei suoi pensieri, parlottare o scoppiare a
ridere da solo senza motivo, come se fosse assorto in qualche suo discorso
interno, l’alternare periodi “buii” in cui restava a letto giornate intere ad
episodi con noi in casa in cui mostrava spesso segni di agitazione,
irritabilità e minacciata violenza (ad esempio capitava che mimasse di tirarti un pugno in viso, fermandosi a pochi cm. ma facendoti capire che avrebbe potuto dartelo). Atteggiamenti profondamente intransigenti quando qualcuno si discostava dalle sue indicazioni sul come comportarsi in casa, rottura di tuttomcio’ che in casa a suo parere era inutile o dannoso per l’ambiente (oggetti in plastica, elettrodomestici, aveva spaccato a pugni la lavatrice perché mia madre aveva inserito nello stesso ciclo uno straccio delle pulizie e i tovaglioli che usavamo a tavola) o comunque elementi inquinanti o che provocavano sporco in casa, abbiamo segnalato in lacrime come avesse ridotto in fin di vita il nostro cane, colpevole di perdere peli e sporcare (quando raccontammo l’episodio alla dottoressa, lei si giro’ verso l’operatrice lì presente e le disse “dobbiamo pensare a far adottare il cane!”) era diventato ossessionato dalle pulizie.
La stessa psichiatra ha visto con i suoi occhi i tagli che si era procurato
alle mani spaccando a pugni gli elettrodomestici di casa (“cosa le è successo
alle mani?” indicando la mano gonfia e tagliata sulle nocche “eh ho spaccato con un pugno il vetro del micronde…era sporco e non serviva”).
Eravamo spaventate, soprattutto dal fatto che potesse fare del male alle mie
bambine di 10 anni o al piu’ piccolo dei mie fratelli di 13 anni, i bambini
spesso sporcano anche inconsapevolmente ed eravamo terrorizzate da una sua possibile reazione violenta.
Dopo la descrizione dei fatti ci viene fissato un primo appuntamento per l’
08.08.14 dove ci rechiamo insieme portando con noi anche mio fratello.
A questo primo incontro ne seguiranno altri due con la dottoressa che lo prese in carico piu’ un incontro con un educatore della struttura.
L’ultima sua visita al centro risale al 30.07.14  Il 27.07.14 io e mia madre ci eravamo recate nella struttura sempre più angosciate dai suoi comportamenti per chiedere nuovamente aiuto.
Tutte le date degli appuntamenti sono confermate dalla cartella clinica di mio fratello della quale ho una copia.
Mio fratello ha ucciso, strangolandola, mia madre l’ 8 Agosto 2014.
Il 19 marzo si é svolto presso il tribunale di Como il processo penale a suo
carico, dove è stato giudicato incapace totalmente di intendere e di volere a
seguito di diagnosi di schizofrenia ( il referto dell’ OPG riporta “diagnosi
ICD10  F 20.1 “ ) il giudice ne ha disposto la custodia in OPG a Castiglione
delle Stiviere per un minimo di 10 anni per la sua pericolosità sociale.  Sarebbe mia intenzione denunciare per negligenza l’intera struttura, non solo  la dott.ssa che lo aveva preso in carico, perché a volte io e mia madre ci  recavamo  a raccontare episodi che ci avevano particolarmente allarmato e  la dottoressa non era presente e nessuno degli operatori ci consigliava  qualcosa di diverso dal chiamare i carabinier, se mio fratello ci avesse fatto del male:  “.. Signora purtroppo é maggiorenne, c’é poco da fare…” .  ”Signora, non deve avere vergogna dei vicini o altro, appena succede qualcosa o vi sentite in pericolo chiamate subito i carabinieri….”
Non una parola su una probabile diagnosi, sul come comportarci con lui, su
possibili segnali di cui dover tener conto o segnali d’allarme che magari
avremmo potuto cogliere, nessuna proposta di TSO.
E’ vero che non posso essere certa che il cominciare a seguire una terapia
farmacologica avrebbe con certezza evitato la morte di mia madre, ma non riesco a non pensare che avremmo perlomeno dovuto fare un tentativo magari anche solo aiutarlo a dormire lo avrebbe reso meno pericoloso, avrebbe potuto disinnescare la bomba e darci più tempo per continuare a curarlo proseguendo gli incontri.  A noi sembrava chiaramente in preda ai suoi deliri e sempre più rinchiuso nel  suo mondo nel quale non riuscivamo più a fare breccia, era come se non ci  volesse più bene.  E tutti questi episodi li abbiamo SEMPRE TUTTI raccontati.  
Ho bisogno di capire per me stessa e per mio fratello se davvero sia stato
fatto tutto ciò che si poteva, che siano state seguite le linee guide da
applicare nel caso di una richiesta di aiuto come la nostra, o se per imperizia  o negligenza ci sia stata preclusa la possibilità che le cose andassero in un’ altra direzione.
Ringraziandola per l’attenzione, e per il supporto che l’associazione fornisce
alle tante famiglie lasciate sole ad affrontare qualcosa di più grande di
loro, aspetto una sua indicazione.
Se, con la sua esperienza, dovesse ritenere che non vi siano gli estremi a
procedere, la prego di non alimentare un’illusione.

Cordialmente,