VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

Non so cosa fare..

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  • #921
    Luisa
    Partecipante

    Buongiorno, ho un fratello borderline di 43 anni, malato da 23, che vive con mamma di 80 anni, e padre di 83 con Alzheimer. Bravo ragazzo per quelli del posto, incubo per noi familiari. Non lavora, si cura.. risultati zero. Dal 2010 con la malattia di mio padre, che ha perso le capacità direttive da subito, è diventato ancora più violento e insaziabile di soldi tanto da aver dilapidato i risparmi dei miei, estorcendo denaro a mia madre. Alterna cure amorevoli ad aggressioni fisiche non indifferenti, e verbali anche a mio padre ormai allettato. E’ arrivato ad aggredire verbalmente con insulti e minacce irripetibili, tutti i familiari visto che abbiamo cercato di “bloccarlo”. Mia madre non ha pensione ma non ha il coraggio di togliergli la firma dal conto dove arriva quella di mio padre. Ora lui ritira tutta la pensione e non le dà’ un centesimo tanto che lei deve attingere ancora dai risparmi, che così finiranno e sarà un disastro oltre che un problema pagare per un’assistenza a mio padre. Impotente, dopo essere stata anch’io insultata e aggredita fisicamente, e dopo aver segnalato inutilmente a voce più volte negli anni e ultimamente di continuo, il problema sempre più grave ai collaboratori dello psichiatra che lo “segue”, mi sono rivolta ad un avvocato che ha inviato ai servizi psichiatrici una lettera dove si segnala il pericolo di questa convivenza e si richiedeva un consulto. Ad oltre un mese dalla raccomandata, la struttura non ci ha degnati di una risposta. I carabinieri sono a conoscenza delle aggressioni, ma nessuna denuncia è stata ancora fatta. Conservo gli screen shot delle minacce e degli insulti. L’avvocato consiglia di procedere o con una amministrazione di sostegno a lui, dove io dovrei fargli da tutore (impensabile, ho il terrore di lui) oppure su entrambe i miei genitori, ma mia madre non credo sia così disposta a collaborare, oggi lo teme, domani lo difende..e non so se è la via giusta, tanta è la paura di peggiorare ancora di più la situazione già molto critica e mettere ancora più a rischio la loro vita, visto che tanto lui può stare tranquillamente a casa con loro. Agire per poi peggiorare non me lo toglierei più dalla testa, io non vedo vie d’uscita. Non so cosa fare. La nostra vita è un inferno. Però non vorrei che se dovesse succedere il peggio mi si accollino responsabilità in cui io “sapevo” e non ho agito. E’ una vergogna essere lasciati soli così, con due malattie così importanti, e ritrovarsi accollati un problema così grande dove nessuno sembra dare importanza alla tua richiesta di aiuto! Poi succedono le tragedie. Io mi appello ancora a voi sperando in un vostro consiglio. Grazie. Luisa

    #923
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Luisa,
    mi scuso per il ritardo con cui le rispondo. Devo dirle che per due volte ho provato a risponderle e per due volte la mia lettera si è volatilizzata. Speriamo adesso di riuscire. Peraltro il problema che lei pone non è affatto facile. E’ il dilemma che devono affrontare parecchi familiari. Fare quello che è consigliabile ma pericoloso o temporeggiare e sperare che non succeda il peggio? La risposta è sempre personale. Io però direi che un criterio c’è: la giustizia. E’ la giustizia e non la bontà che regola e ha sempre tegolato i rapporti umani. Io le suggerirei di dar retta all’avvocato. Anzi di agire con la legge con estrema decisione. Suo fratello non deve maltrattare i suoi. Anzi deve avere paura di farlo. E dategli un tutore o un amministratore di sostegno. Ovviamente non lei, ma uno capace di tenergli testa.

    #924
    Luisa
    Partecipante

    Grazie per il consiglio. Ho ricevuto tutto.
    Sa cosa mi dà più fastidio? I servizi psichiatrici (chiamati in causa più volte inutilmente) che come le esponevo nel testo precedente anche ad oggi, non hanno risposto né all’avvocato, né a me, ora, dice mia madre, a breve, faranno un incontro a casa dei miei, ci sarà lo psichiatra (che ha parlato telefonicamente con mia madre) e l’educatore (che solitamente fa visita a mio fratello una volta al mese).
    Ma mia madre vista l’età, un passato in gioventù di depressione, gli anni passati con mio fratello malato a cui si è aggiunta la malattia di mio padre, non è affatto affidabile, per cui non si capisce niente. Ha parlato di pensione di invalidità…
    E io, non sono stata informata di nulla.. Mi chiedo se tutto questo è normale….

    #925
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Ai Tutori o agli amministratori di sostegno i sanitari non possono dire che c’è la legge sulla privacy e non possono dire niente. A loto devono dire quello che stanno facendo e perchè lo fanno. Per gli amministratori di sostegno, a dire il vero, solo se il giudice lo ha stabilitp nella elencazione dei poteri dell’aministratore stesso.

    #926
    Luisa
    Partecipante

    Quindi tutto nella norma.
    Visto che se decidessi di seguire le vie legali, difficilmente ci sarebbero nominativi tra i familiari disposti a fare da tutore (ci sono solo io in quanto sorella maggiore), può essere richiesto al giudice nella domanda di nominare un tutore esterno?
    Grazie per la sua cortese attenzione.

    #1227
    Luisa
    Partecipante

    Buongiorno sig. Lucio del Bono,
    è passato un anno e mezzo dal mio post dove chiedevo consiglio e aiuto al vs sito, e volevo aggiornarvi… Sono riuscita, non senza difficoltà, con il sostegno di figure competenti, a fare in modo che a mio fratello da maggio, il giudice gli abbia attribuito la figura di un’amministratore di sostegno.
    Quest’anno ho perso mio padre, e nonostante lo strumento di ADS, dopo il suo decesso, mio fratello ha scatenato ancora di più le sue ire su nostra madre rimasta sola e lasciata in condizioni economiche precarie proprio da lui, continuando a richiedere denaro, usandole violenza, tanto da far scattare dopo le varie segnalazioni, e gli esposti in corso, una misura cautelare del giudice che lo ha allontanato dalla casa familiare. A dire il vero non so se abbia senso averlo obbligato al ricovero in psichiatria per 10 gg e poi alloggiato da solo a pochi metri da mia madre, con il divieto di avvicinamento a lei…non so fino a quando rispetterà i divieti imposti. Nel frattempo sto aspettando anche la nomina di un ADS per mia madre, che abbiamo richiesto col suo consenso, dopo una iniziale bocciatura, e spero il giudice glielo attribuisca in modo da tutelarla meglio. Con mio fratello, non so dove andremo a parare, perchè ci sono in corso tutte le valutazioni e perizie psichiatriche, decisioni dei giudici, e al momento nessuna luce si intravede in fondo al tunnel, ma credo che questo allontanamento andava fatto e abbia momentaneamente dato un po’ di tregua in questo tormento che è la vita con un malato psichiatrico in famiglia. Credo anche che tutto questo sulle spalle della famiglia non sia giusto, nè per i familiari, nè per il malato, ma…visto che la legge 180 ci ha messi in queste condizioni, sperando che prima o poi per le generazioni future qualcosa cambi, al momento nonostante le paure e le incertezze, voglio cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. Grazie per avermi dato i vs. consigli. Luisa

    #1228
    Luisa
    Partecipante

    [quote=”Luisa” post=1661]Buongiorno sig. Lucio del Bono,
    è passato un anno e mezzo dal mio post dove chiedevo consiglio e aiuto al vs sito, e volevo aggiornarvi… Sono riuscita, non senza difficoltà, con il sostegno di figure competenti, a fare in modo che a mio fratello da maggio, il giudice gli abbia attribuito la figura di un’amministratore di sostegno.
    A Giugno ho perso mio padre, e nonostante lo strumento di ADS, dopo il suo decesso, mio fratello ha scatenato ancora di più le sue ire su nostra madre rimasta sola e lasciata in condizioni economiche precarie proprio da lui, continuando a richiedere denaro, usandole violenza, tanto da far scattare dopo le varie segnalazioni, e gli esposti in corso, una misura cautelare del giudice che lo ha allontanato dalla casa familiare. A dire il vero non so se abbia senso averlo obbligato al ricovero in psichiatria per 10 gg e poi alloggiato da solo a pochi metri da mia madre, con il divieto di avvicinamento a lei…non so fino a quando rispetterà i divieti imposti. Nel frattempo sto aspettando anche la nomina di un ADS per mia madre, che abbiamo richiesto col suo consenso, dopo una iniziale bocciatura, e spero il giudice glielo attribuisca in modo da tutelarla meglio. Con mio fratello, non so dove andremo a parare, perchè ci sono in corso tutte le valutazioni e perizie psichiatriche, decisioni dei giudici, e al momento nessuna luce si intravede in fondo al tunnel, ma credo che questo allontanamento andava fatto e abbia momentaneamente dato un po’ di tregua in questo tormento che è la vita con un malato psichiatrico in famiglia. Credo anche che tutto questo sulle spalle della famiglia non sia giusto, nè per i familiari, nè per il malato, ma…visto che la legge 180 ci ha messi in queste condizioni, sperando che prima o poi per le generazioni future qualcosa cambi, al momento nonostante le paure e le incertezze, voglio cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. Grazie per avermi dato i vs. consigli. Luisa[/quote]

    #1283
    Luisa
    Partecipante

    il 12 maggio quindi pochi giorni fa, mio fratello si è tolto la vita, impiccandosi nella mansarda dove il giudice lo aveva fatto allontanare 9 mesi fa. Ed ora erano in corso i processi. 25 anni di richieste di aiuto, mai ascoltate, per arrivare a questo. L’allontanamento si era reso necessario per via della situazione disastrosa in cui mia madre era finita. In questo momento non so essere obiettiva e forse non lo sarò mai, ma come avevo già scritto, mi era parso da subito poco adatta quella misura cautelare. Era un malato con disturbo borderline di personalità, psicotico, ossessivo-compulsivo, ma intelligente e creativo, con 46% di disabilità mentale, mai più rivalutata nel tempo dal 2001…con un rapporto morboso amore/odio verso i genitori, (con i quali conviveva), specie mia madre, ma messo in una mansarda da solo, dopo essersi resa la necessità di un “primo” ricovero di 10 giorni in psichiatria, già all’allontanamento, per la comparsa di ansia e deflessione timica per la reazione.
    In seguito, a dicembre 2018 aveva tentato il suicidio, ingoiando una dose non mortale di psicofarmaci. In quel contesto, ho parlato con medici e psichiatri che lo hanno tenuto ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale generale, assicurandomi che avrebbero trovato una soluzione più idonea…e che lì venivano fatte le perizie psichiatriche col suo dottore e quello incaricato dal giudice. 20 giorni dopo, è stato di nuovo rispedito a casa nella mansarda da solo, (metaforicamente parlando, gli hanno dato loro la corda per farlo) con unico “aiuto” quello di farlo andare un paio d’ore al CSM della zona, distante 20 minuti di macchina, offrendogli un pasto al giorno. Una misera borsa lavoro per vivere, nessun altro reddito, nessuno che controllasse cosa faceva.
    Il suo psichiatra sosteneva che era tutto a posto, che stavano facendo il possibile e che lui avrebbe recuperato. Mio fratello mi disse durante un colloquio con medico e assistente a metà gennaio, che si scusava per tutto quanto con me, ma era lì in quella stanza con lo sguardo perso e assente come un automa per tutta la durata del colloquio. A parer mio, niente di quello che stavano facendo, poteva dargli un’aiuto a superare le sue dipendenze, la sua malattia. Era comunque un malato psichiatrico, allontanato a 300 mt dalla madre nel suo stesso paese, e lasciato solo a gestirsi la sua esistenza, tra psicofarmaci e corse in auto…
    E così siamo arrivati a quella domenica, quel 12 maggio, dove ho trovato dopo mio cugino, il suo corpo a terra senza vita. In un attimo, mi è passata davanti una vita intera, un mixer di emozioni incontrollabili e devastanti. 25 anni, per portarlo alla morte, dopo la tragedia familiare che avevamo vissuto. Non ho più voglia di lottare, e anche io ho una vita sola, e al momento sono sopraffatta da continui pensieri alternati di …”forse avrei potuto fare di più…No! Ho fatto tanto, e ho pagato anche io e la mia attuale famiglia…tanto.
    Ma come scrivevo nell’altro post, finchè non verranno presi seri provvedimenti su questa legge, modificandola in un modo che dia un serio e valido aiuto in questi casi così gravi, queste tragedie continueranno a ripetersi, e sia i malati che le famiglie ne pagheranno le conseguenze. Poi magari, lo avrebbe fatto ugualmente, ma per lo meno non ci sarebbe questo senso di impotenza, amarezza e delusione. Grazie di avermi ascoltata. Luisa

    #1286
    ldalbuono
    Amministratore del forum

    Cara Luisa,
    la Tua storia ridesta in me ferite profonde. Io sono entrato nel mondo della malattia psichica da quando, nel lontano 1970, mio fratello si e’ impiccato a 22 anni dopo 5 anni di schizofrenia. Allora la malattia era ben curata negli Ospedali Psichiatrici del Nord: mio fratello veniva ricoverato per ca. 1 mese ogni anno. Dopo il ricovero tornava fuori apparentemente guarito, riprendeva la sua vita. Pero’ non si curava e dopo 7/8 mesi doveva nuovamente essere ricoverato. L’ultima volta, a mia madre che ne chiedeva il ricovero, il primario dell’OP, che peraltro conosceva bene mio fratello, ha risposto di non preoccuparsi e di aspettare: sarebbero intervenuti con calma, solo se ci fosse stata una sua seconda telefonata di aiuto. Mio fratello ha preso un treno per Basilea (spesso questi malati vogliono anche scappare fisicamente dal posto dove hanno i deliri) e la’ si e’ impiccato. Tuo fratello, poverino, non e’ mai stato curato con efficienza e non ha mai avuto quei momenti di pace e di serenita’ che mio fratello ha potuto avere. Pero’, pero’: pensa alla vita schifosa che questi poveri malati comunque fanno. E’ una malattia tremenda. Certo c’e’ qualcuno, come Nash, che riesce a prendere il Nobel. Ma lo hai visto? Era chiaramente malato e il vederlo mi ha dato una pena profonda. Sai il medico di mio fratello poi ci ha detto che spesso questi malati si suicidano nel momento in cui hanno una pausa nei deliri e si rendono conto del loro stato. In questi 50 anni, sapessi quanti ragazzi e ragazzi ho visto uccidersi ! E mi ricordo sempre che mia madre, ovviamente molti anni dopo, mi ha detto che forse era stata la Provvidenza che aveva voluto che mio fratello si fosse ucciso e che piuttosto di vederlo affondare lentamente nella demenza preferiva che fosse finito cosi’. Che sono parole tremende dette da una madre!
    Insomma non rammaricarTi troppo: tuo fratello ha finito di soffrire e, se c’e’ un Dio, sicuramente lui terra’ conto di tutto quello che soffrono questi poveri ragazzi senza colpa.
    Questo ovviamente non toglie la colpa di questa nostra miserabile societa’ che , sulla base di una demenziale e, oserei dire, demoniaca ideologia condanna tutti questi malati ad una esistenza miserabile ed a sofferenze che oggi la scienza, con le opportune cure, gli potrebbe in gran parte risparmiare.
    E Ti prego anche di non abbandonare questo mondo: dobbiamo lottare perche’ le teorie di Basaglia vengano riconosciute per lo schifo che sono. E ci riusciremo!

    #1289
    Luisa
    Partecipante

    Grazie per le tue parole, leggo e piango…è troppo recente il dolore, ma sapere che c’è chi mi capisce, mi conforta. E leggendo la tua storia, anche se dici che negli anni’ 70 era diverso, sento la tua sofferenza a distanza di anni, e non posso che condividere il tuo pensiero.
    Luisa

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