domanda diretta da un non addetto ai lavori
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Silvia De Sanctis.
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Gennaio 8, 2021 alle 8:12 pm #2350
ingros
PartecipanteQuesto è il mio primo post, saluto pertanto tutti lettori.
Mio fratello ha 55 anni ed è affetto da psicosi dissociativa in epilettico con ritiro autistico, con manifestazioni psicotiche già dall’inizio degli anni ’80. Non è minimamente in grado di intendere e volere, invalido civile al 100% per scompenso psicotico come da decreto del 1983 della Commissione Sanitaria Provinciale, in connotazione gravità con necessità di assistenza globale e continua secondo la L.104/92, non interdetto.
Attualmente è accudito da mia madre 80 enne la quale oggettivamente non può farsene carico per molto ancora. Ovviamente rifiuta la possibilità di inserimento in strutture dedicate essendo la madre il suo unico punto fermo. Vorrei intervenire per tempo, come consigliereste di affrontare questa situazione? Ringrazio in anticipo.
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ingros. Motivo: correzione titolo
Gennaio 24, 2021 alle 5:42 pm #2404ingros
PartecipanteNel mio caso da solo si farebbe del male. Se non ci sono alternative evidentemente pagherà proprio chi sarebbe dovuto essere tutelato.
Gennaio 24, 2021 alle 5:52 pm #2405ingros
PartecipanteDel resto è già sconcertante portare i genitori ad annullare la propria vita. Se poi ciò si ritiene che ciò sia estendibile anche ad altri familiari è abominevole, inaccettabile con la disobbedienza qualsivoglia, qualsivoglia, qualsivoglia, sia la conseguenza.
Febbraio 19, 2021 alle 4:09 pm #2512Silvia De Sanctis
ModeratoreGentile Ingros,
io comincerei, in previsione di quando verrà meno la sua mamma, con la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno se non addirittura, visto che descrive suo fratello come incapace di intendere e volere, di un tutore.
In breve, entrambe le figure hanno un fine unico e, cioè, quello di tutelare gli interessi dell’individuo. Esse si differenziano per il grado di tutela:
– l’interdizione riguarda tutte quelle persone la cui menomazione fisica o psichica e’ tale da comportare un’incapacità di comprendere e di volere, nonché di compiere in autonomia gli atti anche semplici della vita quotidiana. In questo caso il tutore subentrerà in tutto e per tutto nei diritti e doveri di cui l’interdetto e’ destinatario, curando la persona e gestendo il patrimonio
– l’amministratore di sostegno e’ la figura più recente creata dal legislatore e si differenzia in quanto l’amministratore non può sostituirsi all’amministrato nelle decisioni di natura personale . Dal riconoscimento dell’amministratore di sostegno ne’ deriverà automaticamente un limite alla capacità di agire, ma il giudice dovrà valutare nel dettaglio quali atti ha il potere di compiere in none e per conto del beneficiario.
Dopo quanto sopra, direi di rivolgersi al CPS territorialmente competente (quello di residenza di suo fratello) e concordare con gli psichiatri le modalità di azione, dove e come avvicinare suo fratello. Ricordo che nel caso in cui i medici del CPS non dovessero interessarsi al vostro caso non dovete esitare a mandare raccomandate ed esposti per obbligarli a farlo.
Da ultimo, il giudice può disporre che un paziente psichico grave venga mandato in una struttura abilitata; per ottenere questo dovete fare denuncia ai carabinieri ed alla Procura della Repubblica (meglio se aiutati da un avvocato), spiegando e documentando tutta la situazione.
Auguri per tutto….
silvia
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