VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

Doveri del Mmg verso pz delirante. Difendersi da Delirio di Gelosia.

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  • #1271
    Valerio Benigni
    Partecipante

    Un saluto a tutti, arrivo a questo forum dopo aver girato in lungo e largo e chiesto aiuto in ogni dove, per ritrovarmi ogni volta al punto di partenza.
    Sono un ragazzo ormai quasi trentenne, la mia vicenda inizia poco meno di 4 anni fa, quando mio padre un giorno ci gela con la notizia di volersi separare da mia madre. La notizia coglie tutti di sorpresa, compresa mia madre che ne rimane distrutta. Mio padre giustifica la decisione sostenendo di aver saputo di un tradimento da parte di mia madre. Ovviamente profondamente incredulo e ritenendo la notizia alquanto improbabile chiedo come potesse affermare questo con così tale certezza e lui mi informa che ha avuto vari “segnali” (che lui ha visto come avvisi da gente di buon cuore) da parte di persone che abitano il paese: mosse, sorrisi, cambi di sguardo, persone che non lo hanno salutato e prima lo facevano, persone che invece dopo la sua decisione di terminare la relazione con mia madre lo salutano e guardano con rispetto. La cosa mi pare già sul momento senza alcun senso.
    Fortunatamente ero (e sono) in cura da uno psichiatra per disturbi d’ansia e un episodio depressivo andato in remissione ormai a cui parlo di questo nuovo mio problema, e lui ascoltando i miei racconti mi informa che probabilmente mi trovavo di fronte a un delirio.
    La mia mente va a quando ero bambino e si presentò con mio padre un episodio molto simile, poi andato, sembrava, a scemare nel tempo.
    Nei giorni seguenti mi accorsi che la diagnosi era probabilmente quella giusta, mio padre delirava, le sue convinzioni risultavano resistenti ad ogni critica: mia madre doveva pagare per la sofferenza che gli aveva arrecato.
    Per paura potesse fuggire con l’amante o semplicemente per vendetta si era appropriato, ben prima di palesare la sua decisione di terminare il matrimonio, di tutti i risparmi di mia madre, che lui aveva in gestione.
    Per qualche motivo ad un certo punto dopo settimane e mesi di inferno, in cui non si è nemmeno curato di garantire alla sua famiglia nemmeno i soldi per mangiare( sopravvissuta grazie a qualche finanza sfuggita alle sue mani) si è calmato e ha proposto di provare a “continuare e vedere come va”, pur mantenendo il controllo economico, psicologico su tutta la famiglia.
    Passano i mesi e gli anni, con alti e bassi, momenti quasi normali e momenti in cui i litigi e le minacce si ripetono ogni giorno, fino a quando nuovamente qualche settimana fa, mio padre invita mia madre a lasciare la casa(di proprietà di mio padre) o si sarebbe licenziato dal lavoro pur di non dovergli versare il mantenimento, avrebbe trovato il modo di cacciarla di casa e di far sparire tutti gli averi(di cui aveva e ha tuttora pieno k possesso) in modo da lasciarci(parole sue) “col il c**o per terra” e minacciando che comunque, qualora non fosse riuscito nel suo intento, sarebbe venuto a cercare mia madre ovunque sarebbe andata.
    Riassumendo, attualmente mio padre ha a sua disposizione e a nome suo la casa e tutte le disponibilità della famiglia, continua a minacciarci di lasciarci senza niente se non accettiamo le sue richieste, e cioè che mia madre se ne vada senza una lira o con al massimo qualche migliaio di euro.
    Mia madre è disoccupata, io studio e mio fratello è disoccupato.
    Vengo al quesito.
    Ho chiesto aiuto al medico di base che, dagli atteggiamenti e dalle parole non sembra volersi immischiare, sono stato al dipartimento di salute mentale dell’asur e mi hanno detto che non possono fare niente.
    Volevo sapere quali sono i doveri del medico di medicina generale in questa situazione? Possibile che non debba nemmeno sforzarsi di parlare con il “presunto” malato? Proporre una visita? Un ASO?
    Cosa dovrei fare secondo voi per tutelare la mia famiglia?(anche dal punto di vista legale)
    C’è una minima speranza di spingerlo a curarsi?
    Ps:non so se questa è la sezione giusta, spostate se necessario.

    #1273
    Silvia De Sanctis
    Moderatore

    Caro Benur,
    Mi dispiace molto per la grave situazione in cui vi trovate e mi preoccupo che possa peggiorare o degenerare…
    Non aspettate ad agire su vari fronti in quanto la legge vi tutela.
    Proviamo a ragionare con ordine:
    1) la volontà e minaccia di vostro padre di mandare via di casa vostra madre: la legge dice chiaramente che “dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla COABITAZIONE”. In altre parole, la legge fa obbligo ai coniugi di vivere sotto lo stesso tetto: chi lo abbandona o LO FA ABBANDONARE incorre in REATO.
    Il dovere di coabitazione viene meno solo in due casi: quando ricorrono gravi motivi ( si pensi ad una violenza contro moglie o figli) o quando lo dispone il giudice. Al di fuori di queste due ipotesi CACCIARE IL CONIUGE DA CASA CONFIGURA IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con sentenza del 2012 e ai sensi dell’art 610 c.p. chi commette violenza privata e’ punito con la reclusione fino a 4 anni”.
    Il reato sussiste A PRESCINDERE DALLA PROPRIETÀ FORMALE DELLA CASA, in quanto essa è la casa coniugale ove si svolge la vita di comunione della coppia.
    Quindi, concludendo, suo padre non ha alcun diritto di neanche solo dire o minacciare sua madre ad andare via di casa!
    2) doveri del marito:
    – fedeltà
    – assistenza morale e materiale
    – collaborare nell’interesse della famiglia
    – coabitazione
    – contribuire ai bisogni della famiglia in proporzione alle proprie capacità economiche e di lavoro
    Sofferimiamoci un momento sul secondo e sull’ultimo punto
    Il secondo: rientra nel’assistenza materiale l’obbligo di partecipare alle spese per la famiglia e per soddisfare le esigenze di carattere primario ( cibo, vestiti, scuola…).
    Tra i doveri del marito rientra quello di NON AGGREDIRE LA MOGLIE FISICAMENTE O ANCHE SOLO CON OFFESE e di non trattarla in modo autoritario e/ o violento.
    L’ultimo: il marito deve contribuire ai bisogni della famiglia! Questo significa che se il marito lavora e la moglie no, il primo deve dare a quest’ultima un contributo per le spese quotidiane, altrimenti commette il REATO DI VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI ASSISTENZA FAMILIARE punito anche con la reclusione.
    Concludendo, suo padre non ha alcun titolo per minacciare di lasciarvi senza soldi o peggio: la legge italiana tutela la moglie ed i figli ed un padre e marito non ha alcun modo per sottrarsi da determinati doveri!
    3) sia il medico di base che lo psichiatra del CPS competente territorialmente hanno il DOVERE di assistere, curare, seguire con visite anche a domicilio il paziente! Andate a parlare e spiegare tutta la situazione al CPS più vicino e, qualora dovessero disinteressarsi al vostro caso cominciate a mandare raccomandate e, a seguire, esposti, per COSTRINGERLI a farlo (lo stesso vale per il medico di base)
    4)mi preoccupa la malata gelosia di vostro padre e l’atteggiamento di violenza e minaccia…potreste anche andare ad esporre la situazione ai carabinieri o alla polizia, chiedendo aiuto, protezione e consigli su come procedere.
    Chiamate SEMPRE le forze dell’ordine ogni volta che vostro padre ha comportamenti pericolosi verso vostra madre o verso di voi.
    Auguri per tutto…
    Silvia

    #1328
    Valerio Benigni
    Partecipante

    Salve, scrivo di nuovo per un suggerimento. La situazione è immutata, ma è stato tentato un approccio dal mmg senza risultato: a detta del medico mio padre ha accusato mia madre di esser quella pazza che vuole fargli violenza, che lui sta benissimo e che non ha intenzione di fare alcuna visita. Inoltre ora lui è calmo, appare lucido e attribuisce l’episodio di gelosia a una cosa ormai passata. Il medico alla luce di questo sembra non ritienere possibile alcun approccio “forzato”. Dal versante legale non ci sono notizie, i legali a cui ci siamo rivolti ritengono ininfluente la presenza della malattia, non possibile alcuna richiesta di perizia in sede di separazione, e a mia madre han detto che sarà molto difficile se non impossibile recuperare le cifre che mio padre ha trasferito al suo conto nel primo episodio di delirio. Sono seriamente preoccupato per mia madre, che di fronte a tutte queste porte chiuse in faccia è ormai senza speranza e si ritrova a quasi sessant’anni senza niente e con solo la promessa di un possibile piccolo assegno di mantenimento e con un lavoro precario rinnovato mensilmente. A fronte di ciò volevo chiedervi se potevate consigliarci un legale esperto nella zona Marche/Abruzzo che possa aiutarci in questa complessa situazione.

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