VITTIME DELLA 180
Le testimonianze che mostrano come la 180 sia inefficienza, crudeltà, sfruttamento, superstizione

Vittime della 180

Dimostrare che la legge 180 è dannosa e, spesso, omicida

Tobino. Gli Ospedali pre 180

La  storia psichiatrica di questi ultimi cinquanta anni ha avuto un testimone di eccezione:  lo psichiatra, scrittore e poeta Mario Tobino, direttore per quaranta anni dell’Ospedale psichiatrico di Lucca, in località Magliano.    Lasciamolo dunque parlare, ma prima qualche cenno autobiografico.   

Tobino nacque a Viareggio nel 1910.  Era  figlio del farmacista di Viareggio. E’ stato il cantore di Viareggio, della marineria viareggina e della Versilia.   Tipico spiritaccio toscano, anticlericale, ateo e socialista, seppe trovare accenti di vera pietà parlando dei malati di mente.   Si laureò in medicina a Bologna e si  inserì ben presto come medico nell’Ospedale psichiatrico di Lucca, dove rimase fino alla messa a riposo e salvo la parentesi della guerra.  La sua carriera di poeta e scrittore iniziò , quando era già stabilito nel manicomio di Lucca, nel 1934.  Nel 1940 partecipò alla guerra d’Africa e scrisse su questa esperienza uno dei suoi più famosi libri.  Nel 1944 fu membro attivo della Resistenza.   

Sulla sua esperienza manicomiale scrisse  due celebri libri “Le libere donne di Magliano” e “La fine di Magliano”.    

Come psichiatra fu un medico innovatore ed umano.    Fu tra i primi ad introdurre gli psicofarmaci e tra i primi in Italia a muovere i passi verso la nuova psichiatria.   Morì nel 1987 dopo aver tentato invano di opporsi alle  tragedie della 180.

Sentiamo cosa dice a proposito della grande rivoluzione portata dagli psicofarmaci. Nel 1952 viene introdotto il primo psicofarmaco:   il Largactil.

Da “Le libere donne di Magliano”.  

“ Ho descritto nel mio libro come  era il manicomio dieci anni fa, quando i deliri urlavano.    Ho descritto le furie, le depressioni, le ire, le ferocie, le aggressioni, anche il proprio corpo.

Adesso accade che un uomo entra in manicomio e, con poche pasticche, già il secondo, il terzo giorno si placa.    E può accadere, non sempre ma con discreta frequenza, che presto si stabilizzi, ed esca come un uomo qualsiasi dal cancello dell’Ospedale.

Che si sia fatta verità l’oscuro ed appassionato amore, il vilipeso sacrificio di tanti medici del manicomio che consumarono la loro vita per una speranza, per un folle tentativo?…..

…….Questi libro si pubblica per dire ai sani che è giunto il loro momento di fare il loro dovere verso i folli.   E per aiutarli è semplicemente necessario aumentare i medici, gli infermieri specializzati.   E’ necessario costruire piccoli ospedali dove ogni malato sia una persona……….      E’ necessario appassionarsi a questa meravigliosa battaglia contro la pazzia, la più misteriosa Dea, che esista al mondo. …………. 

Da “La fine di Magliano”

1952. Scoperta degli psicofarmaci.    I deliri più acuti sono bendati. La violenza è pressochè soffocata.  Si comincia a comunicare con i malati.  Giorno dopo giorno si aprono  porte e finestre.

Direttore, medici e infermieri fanno a gara qui a Lucca per rendere l’Istituto umano e libero.   Si assiste alla nascita di una fratellanza tra personale e malati.   Fu il nostro periodo d’oro.  I malati che sono nelle giuste condizioni vengono dimessi.  …….

E si assiste anche ad una bella novità: l’ex-ricoverato, il dimesso,  non ha più paura del manicomio.   Vi ritorna come a casa sua.  E’ accolto con amicizia.  Viene a prendere medicine, riferisce sul suo stato, domanda consigli.   Numerose volte ho udito da questi ex-ricoverati esclamare:” Quasi, quasi me ne sto qui tre o quattro giorni!  Mi rimetto bene in sesto e riesco”.    Tutto si svolge con coraggio e misura…. Si va avanti, si progredisce con prudenza, in rapporto alla realtà………….

Ma ecco il vento maligno.   Arriva la Moda, la Demagogia e, lo dico subito, i mezzi di diffusione, oggi così potenti, sono tutti per loro.  Tutti uniti nell’andazzo.   Radio, televisione, rotocalchi, giornali, tutti alla ricerca di novità e di scandali: il passato era un misfatto, i manicomi, con i loro medici ed i loro infermieri, pozzi di reclusione.

Per di più,  inaspettati, piovono su questo terreno legioni di psicologi.  Ogni anno l’Università ne sforna a centinaia.   E loro che fanno ? Che possono fare ? Ma che fortuna!  La psichiatria ha le porte sfondate. Infiliamoci dentro.  E gli psicologi  spiegano ed illustrano, fanno luce.  Li guariranno tutti.   Sono loro che conoscono la malattia mentale, che la frequentano fin da bambini.  

Ed ecco il proclama finale:

La malattia mentale non esiste, non è mai esistita.  Sono stati la Società, il Potere a crearla.  La Società ed il Potere hanno eretto i manicomi per rinchiudere chi disturbava il loro sfruttamento sugli altri esseri umani…………

…….Ci sono altre ventate di moda: la Zona, il Settore.  Per esempio i malati di Viareggio debbono essere tutti raggruppati insieme, acuti o cronici, comunque siano.

Quelli di Lucca in un altro reparto, stretti assieme………..

………C’è la ventata della Istituzionalizzazione.   E’ il manicomio, l’Istituto, proprio lui, che ha creato i matti.    E allora via di qui i ricoverati, da queste mura infette.  Via con qualunque mezzo.  E’ qui, nel manicomio, che il folle diventa più folle.  E dunque,via, fuori, si inserisca nella società.   Ed il manicomio si smantelli, si distrugga.

…….C’è però da ridere ad una constatazione.   Tali rivoluzionari non nominano mai, o li nominano a denti stretti, gli psicofarmaci.   Li usano, eccome.  Ed a dosi massicce.  Ma non ne vogliono parlare perchè sarebbe come confessare che sono stati gli psicofarmaci a zittire ed a tacitare la follia e non loro.   Sono stati gli psicofarmaci a rivoluzionare i manicomi.  Non loro………..

………Sono costretto a contare quanti malati di psicosi depressiva, di malinconia endogena, sono stati dimessi, curati nelle loro case, e quanti se ne sono già suicidati.

Liberamente si sono gettati sotto il treno, avvelenati, sgozzati, giù dalla finestra, per la tromba delle scale. ………………più di cento se ne sono ammazzati, tutti nostri ex-ricoverati.  Si viene anche a sapere che diversi malati, spinti fuori, nel mondo, sono già in galera, arrestati per atti che avevano commesso.   Nessuno più li proteggeva, li consigliava, li impediva.  Nessuno   più li conduceva per mano lungo la loro difficile strada.     Ed ora precipitano, si apre per loro il manicomio criminale.   Era una facile previsione: psicofarmaci a valanga per quindici giorni di ricovero in uno dei repartini di ospedale e poi il manicomio criminale.  ………………….Ed allora addio, cari amici miei.  Abbiamo passato insieme più di quaranta anni.   In questi ultimi tempi – nel fumo della moda –  non vi ho saputo nè proteggere, nè vendicare.  Ero rimasto solo.   E da solo non ne avevo la forza.  “